Gli occhi di Deva erano pieni di tristezza mentre fissavano Gulcemal. Lui stava davanti a lei, gli occhi colmi di rimorso e di supplica. Negli ultimi cinque anni, lei aveva vissuto nel dolore e nella solitudine, crescendo il loro bambino da sola. Ora, con il ritorno di Gulcemal, il suo cuore sembrava strapparsi in mille pezzi.
“So che sei molto arrabbiata con me. Hai il diritto di esserlo,” disse Gulcemal, la voce tremante. “Ma devi credere a me, tutto quello che ho fatto è stato per te e per nostro figlio.”
Deva rimase in silenzio, gli occhi fissi su di lui. Ricordava le notti insonni, le lacrime che scendevano lungo le sue guance mentre affrontava da sola le difficoltà. Ricordava le voci dei vicini, gli sguardi curiosi delle persone. Tutto questo aveva lasciato ferite profonde nel suo cuore.
“Mi hai rubato cinque anni di felicità. Sai cosa ho dovuto sopportare?” chiese Deva, con la voce rotta.
Gulcemal annuì, il volto segnato dal dolore. Sapeva di aver causato danni che non si sarebbero mai potuti riparare. Poteva solo promettere di essere al suo fianco, di prendersi cura di lei e di loro figlio, e di amarli.
“Ma come posso ancora fidarmi di te?” chiese Deva. “Dopo tutto quello che hai fatto?”
Gulcemal sapeva che riconquistare la fiducia di Deva non sarebbe stato facile. Doveva dimostrare con i fatti che era veramente cambiato. Passava più tempo con loro, aiutava Deva con le faccende domestiche e stava sempre al suo fianco quando lei ne aveva bisogno.
Piano piano, Deva cominciò a percepire la sincerità di Gulcemal. Lo vedeva più maturo, più responsabile. Ma nel profondo del suo cuore, rimanevano ancora dei dubbi. Quello che stava facendo era davvero un atto di penitenza, o era solo un rimorso passeggero? O forse, davvero, era cambiato?
Un giorno, mentre Deva era seduta da sola nella stanza, Gulcemal si avvicinò a lei. Le prese la mano e disse: “Tesoro, so che non mi hai ancora perdonato. Ma per favore, dammi una possibilità. Ti prometto che farò tutto il possibile per rimediare a ciò che ti ho fatto.”
Deva lo guardò negli occhi, e vide in essi sincerità e rimorso. Alla fine, annuì. Sapeva che, per dimenticare il passato e iniziare un nuovo futuro, doveva perdonarlo.